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Artists And Bands

  • Janus
  • 30 ago 2017
  • Tempo di lettura: 2 min




Dopo aver preso parte al recente progetto sperimentale intitolato "Fleeting Steps" (ne abbiamo parlato di striscio QUI), Massimo Sergi propone "Walkaround", sua prima opera solista, di imminente pubblicazione per i tipi di Terre Sommerse (www.terresommerse.it). Il disco è virtualmente suddiviso in due parti (o "segment", come lo stesso autore suggerisce nella tracklist): in "A Piano Walk", egli offre ambientazioni per solo piano (con l'ausilio di labili sintetizzatori in un paio di brani) di stampo squisitamente intimista e malinconico.


Parrebbe l'ennesimo progetto volto alla clonazione del Giovanni Allevi più melodico se non fosse che la capacità compositiva dell'artista - che, avulsa dal seguire formule standardizzate, è scevra da ogni logica formale, magicamente votata all'improvvisazione intelligente - suggerisce rimandi a personaggi ben più blasonati: melodie accattivanti e soluzioni particolarmente elaborate rappresentano una formula talmente vincente da richiamare, sublimando senza saccheggiare, l'intimismo struggente di André Gagnon e Joe Hisaishi, la malinconia evocativa dello statunitense David Benoit, la dolce complessità stilistica del Keith Jarreth del "Köln Concert".


Nella seconda parte, “Around A Piano”, limitata a soli tre brani, permangono certamente suggestioni malinconiche ma in un contesto arrangiativo totalmente diverso: loop, reverse ed altri effetti, unitamente ad una chitarra mai invasiva, tratteggiano delicate ma inusuali cornici sonore, in bilico tra sperimentazione e ambient. Merito anche e soprattutto del chitarrista Stefano Pontani, qui interessato anche in veste di compositore.


Anch'egli coinvolto nel progetto discografico citato in apertura, vanta trascorsi in seminali gruppi prog e fusion quali Ezra Winston, Vu-Meters, Anagramma, Matilda Mother Project (i primi sono unanimemente indicati tra i pionieri del new prog italiano, gli ultimi hanno firmato la colonna sonora del film “L'ultima Lezione”, vincitore del Globo D'oro alla miglior opera prima). I suoi interventi misurati e minimalisti suggeriscono richiami struggenti di un doloroso presente che evocano nell'ascoltatore suggestioni drammatiche di incredibile substrato emotivo.


"Walkaround" è un album assai lontano dall'ordinario ma così incredibilmente vicino alla coscienza dell'ascoltatore, forte di una intrinseca capacità comunicativa che raramente pare rinvenibile nelle odierne e ormai troppo standardizzate uscite discografiche.


 
 
 

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